I KNOW YOU TO KNOW ME – La Serata Finale

Lo spazio bianco è stato esplorato anche dai quattro gruppi di ragazzi del progetto Erasmus+ che vi hanno lavorato nel corso dei quotidiani workshop, tenuti presso il Museo della Memoria. Quattro brevi performance, quattro messaggi diversi ma perfettamente aderenti all’affascinante tematica.

Il gruppo guidato da Yulija Patotskaya ha associato il bianco al vuoto, un vuoto con una accezione negativa memore dell’antico “horror vacui”. In modo brillante, leggero, divertente ed originale i ragazzi hanno riempito il vuoto dello spazio bianco con l’immaginazione, giocando con un telo bianco e dei fogli di carta, che hanno assunto via via significati diversi.

Più intima l’interpretazione dei ragazzi guidati da Liana Mernaka e Viktorija Grappa. Lo spazio bianco, per loro, è la sottile linea che separa la ragione dal sentimento, lo spazio entro il quale oscilliamo per tutta la nostra vita. Questa eterna frattura interiore dell’essere umano è stata portata in scena contrapponendo all’azione scenica un video delle espressioni del volto del protagonista.

Sulla scia delle suggestioni del teatro Nō, tra atmosfere magiche e sospese, il team di Emiliano Piemonte ha presentato “Hagaromo”, la storia di un angelo che non può tornare in cielo perché gli è stato rubato il mantello di piume. Lo spazio bianco è il luogo del divino che si fonde con il terreno, è l’entità sovrumana che lascia il suo segno, è l’uomo che si rinnova e si trasforma al suo passaggio.

In uno spazio scenico organizzato circolarmente, giù dal palco, il centro rappresenta il punto della potenzialità, il luogo del divenire e della possibilità di scegliere. La squadra di Ivana Sobkova e Jan Mràzek, attraverso una sorta di singolare training autogeno, ha cercato in questo spazio, soprattutto interiore, la realizzazione del proprio essere.

I’m only human – Lo spettacolo della Germania

Emozione e coinvolgimento durante lo spettacolo del gruppo tedesco che raccoglie ragazzi che vengono da Afganistan, Siria, Indonesia, Russia, Bielorussia, Albania, Cecenia, Egitto … Una sinfonia di Paesi che suona musiche a volte dissonanti e dolorose.

Dopo la performance, durante il dibattito, i ragazzi hanno raccontato che in scena hanno riportato le emozioni e le difficoltà che vivono quotidianamente. Attraverso il linguaggio universale del teatro ci hanno dimostrato che si può vivere insieme nel rispetto reciproco: siamo tutti esseri umani ed ognuno di noi ha qualcosa speciale.

Everything is apple pies fault – Lo spettacolo della Repubblica Ceca

Un musical ricco di sorprendenti effetti scenici con Dio in persona a dirigere il tutto dal centro della scena. È questa l’essenza di Everything is apple pies fault, lo spettacolo dei ragazzi della Repubblica Ceca incentrato sulla rappresentazione e interpretazione della Sacra Bibbia e, in particolar modo, su come gli afroamericani vedono Dio.

Una storia che ci ha dato modo di riscoprire in chiave ironica alcuni degli episodi più conosciuti della Sacra Bibbia che hanno per protagonisti, tra gli altri, Adamo ed Eva, Noè, Giacobbe ed Esaù, Mosè, Saul e Golia, David e Salomone, Salomè.

Come già accennato, Dio è un vero e proprio deus ex machina che scende in campo per prendere parte alle varie vicende, ma il vero grande protagonista è uno scaletto di legno a 4 pioli che cambia continuamente funzione a seconda delle esigenze: prima dimora di Dio, poi arca, torre di Babele, vasca da bagno, persino un Mar Rosso che si apre per consentire la fuga agli Ebrei guidati da Mosè.

Gita domenicale fuori porta

E  domenica si  va tutti insieme a Caserta. I nostri amici desiderano conoscere l’Italia e noi siamo orgogliosi di mostrare le bellezze del nostro Paese.

La Reggia di Caserta ci ha ospitato nel suo fasto elegante  tra appartamenti e giardini in una meravigliosa giornata di sole. Non ci siamo fatti mancare nulla: al rientro una sosta sul Lungomare di Salerno a goderci il tramonto.

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