Durante il secondo giorno di progetto, i nostri ragazzi hanno avuto modo di visitare gli scavi archeologici di Pompei e la magnifica città di Salerno.
Non solo una gita per scoprire nuovi luoghi ed espandere i propri orizzonti culturali, ma anche l’occasione giusta per fondare nuove e inscindibili amicizie.
I ragazzi Lettoni, Spagnoli e Rumeni si sono riuniti, insieme agli altri giovani Italiani, nelle suggestive sale del museo della memoria G. Palatucci di Campagna per il loro primo incontro Erasmus+.
A prima vista, parlare lingue differenti potrebbe rappresentare un ostacolo alla comunicazione, ma il teatro permette di superare tutte le barriere: il suo linguaggio è universale e comprensibile da tutti. Le attività di ice breaking sono servite a ricordare ai nostri amici proprio questo.
Per il terzo anno di seguito l’Associazione Culturale Teatro dei Dioscuri di Campagna ha ottenuto il finanziamento per un progetto Erasmus Plus. Il titolo è “Different but equal: artistic languages of diversity as richness for humanity”. Questa sarà anche la tematica su cui si confronteranno i nostri giovani con i partner provenienti da Lettonia, Francia, Spagna, Romania. Organizzati in quattro gruppi misti per genere e nazionalità, esploreranno il tema della diversità come ricchezza dell’umanità attraverso quattro diversi linguaggi artistici e presenteranno i loro prodotti sabato, 18 maggio, all’interno della 15a edizione della Rassegna di Teatro Educativo “Il Gerione”.
Teatro dei Dioscuri ha ormai alle spalle numerosi e brillanti scambi giovanili interculturali che hanno permesso ai ragazzi del nostro territorio di migliorare il livello delle competenze e delle abilità chiave attraverso l’educazione non formale ed informale. La progettualità Erasmus Plus ha, inoltre, dato slancio alla dimensione internazionale delle attività dell’Associazione che opera nel settore socio-educativo della gioventù attraverso il Teatro.
Marek, un ragazzo del gruppo proveniente dalla Polonia, durante la sua permanenza in Italia, si è ammalato ed è stato ricoverato presso l’ospedale di Eboli. Il papà Piotr lo ha raggiunto ed oggi sono finalmente tornati insieme a casa.
Un doveroso ringraziamento va ai dottori Gigliotti e Giolitto che si sono presi cura di Marek e alla Comunità dei Frati Francescani di Eboli che ha generosamente accolto ed ospitato Piotr e Leszek, leader del gruppo polacco.
Si è chiusa così, tra applausi, musica, risate, abbracci e lacrime anche quest’altra fantastica esperienza interculturale che ci ha resi sempre più cittadini d’Europa e del mondo. 50 giovani provenienti da 5 Nazioni, Italia, Germania, Lettonia, Polonia, Repubblica Ceca, ma di origini molto più variegate (Egitto, Siria, Indonesia, Afghanistan, Russia), hanno vissuto intensi momenti di crescita artistica e interpersonale. E grazie al progetto Erasmus “I know you to know me” la Rassegna “Il Gerione” diventa sempre più Internazionale!
… spazio … improvvisazione … ordine nell’improvvisazione … movimento … emozione … corpo … energia … impulsi … gesti … partiture … ritmo … il mio viaggio e quello della società … stereotipo … linguaggio del corpo … il linguaggio della società … la mia lingua … la mia strada … il mio spazio nello spazio … me stesso … io … estraneo … adattamento … comprensione … incomprensione … possibilità … possibilità di scelta … punto della potenzialità nello spazio bianco …
Il workshop parte da semplici esercizi di training dell’attore per giungere a brevi cenni di conoscenza e di esplorazione della maschera neutra. La performance trae ispirazione dal Teatro Nō, una forma di teatro giapponese, la cui caratteristica è l’utilizzo di maschere raffiguranti entità superiori che costituiscono il punto di incontro tra il tempo mitico e il tempo storico.
“Il mantello di piume” o “Hagaromo” è la storia di un angelo che scende sulla terra e si sveste del suo mantello di piume per fare un bagno nel lago. Un pescatore, spinto dalla curiosità, ruba il mantello per mostrarlo agli anziani del villaggio e custodirlo, ma l’angelo resosi conto del furto lo reclama, chiedendone la restituzione. Al centro della scena c’è il dolore dell’angelo che, senza le ali, non può più tornare in cielo ed è costretto alla prigionia sulla terra. Dopo aver sentito le ragioni dell’angelo, il pescatore si convince a restituire il mantello, in cambio dell’esecuzione di una danza divina, simbolo dell’incontro straordinario tra il cielo e la terra. Lo spazio bianco è il luogo del divino che si fonde col terreno, è l’entità sovrumana che lascia il suo segno, la sua impronta, è l’uomo che si rinnova e si trasforma al suo passaggio.
Lo spazio bianco – qualcosa di indefinito, inconscio, sconosciuto, controverso. All’interno di ognuno di noi si aprono continuamente nuovi dibattiti, ardono incessantemente nuovi conflitti e scontri tra RAGIONE e SENTIMENTO. Quale dei due prevarrà sull’altro? Se non possiamo cambiare questa condizione esistenziale, possiamo cambiare il modo in cui ci approcciamo ad essa.